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Amistà al Bibliopride "Io mi ricordo, la biblioteca...", 23 ottobre 2014

Quando giovedì 23 ottobre abbiamo deciso di prender parte all'evento organizzato per il Logo a spirale del Bibliopride, Giornata nazionale delle bibliotecheBibliopride alla Biblioteca De Amicis tutto avremmo pensato tranne di trovarci seduti senza scarpe ai piedi in quello che viene comunemente definito spazio morbido, uno spazio in cui, giustamente, in quel momento, si trovavano mamme, educatori, baby sitter e una marea di bambini piccoli e piccolissimi, occupati nelle prime se non primissime scoperte in quel mondo dei libri, della lettura e di quella stessa biblioteca che eravamo intenti a celebrare. E già di per sé questa sarebbe una più che sufficiente dimostrazione di orgoglio!


L'evento organizzato da Francesco Langella, Direttore Scientifico della Biblioteca Internazionale per ragazzi De Amicis nonché Presidente Regionale dell'AIB (Associazione Italiana Bibliotecari) e dal titolo "Io mi ricordo, la biblioteca..." si è proposto di festeggiare la Giornata Nazionale delle Biblioteche utilizzando toni davvero anticonvenzionali: si sono infatti susseguiti una serie di aneddoti, esperienze, ricordi e corsi e ricorsi davvero singolari, indissolubilmente ma, al tempo stesso, quasi impercettibilmente legati alla vita delle persone che si sono volute raccontare, persone disposte a sovrapporre, felicemente, sfera lavorativa e privata, e che, con tutta probabilità, non si stancheranno mai di farlo.
Il Bibliopride, come si può leggere nel sito dell'AIB, è una manifestazione annuale (i cui eventi si susseguiranno dal 4 al 31 ottobre) promossa per ribadire l'importanza del sistema bibliotecario nazionale per la crescita non solo culturale, ma anche economica e sociale del nostro Paese. Un'occasione rivolta a chi lettore lo è da sempre, ma, anche (e forse bisognerebbe dire, soprattutto) a coloro che poco o per nulla frequentano questi spazi. Inoltre, vuole ovviamente, essere una giornata nella quale i bibliotecari ribadiscono pubblicamente l'amore per la loro professione, chiedendo però, allo stesso tempo e a gran voce, una maggiore attenzione da parte delle istituzioni affinché questa realtà essenziale per la vita sociale (ancor più che per quella culturale) possa portare avanti la sua missione senza dover quotidianamente inventarsi acrobazie da funamboli nel garantire gli alti standard qualitativi dei servizi erogati.
Mentre fuori dalle grandi vetrate dei Magazzini del Cotone (all'interno dei quali la Biblioteca è ospitata) il sole mitigava con il suo calore la forza della tramontata di questi giorni, abbiamo così potuto scoprire, per esempio che:

 

  • si può diventare direttori scientifici di una biblioteca per ragazzi e presidenti regionali dell'AIB senza essere stati lettori accaniti all'età di 8/9 anni;
  • una volta poteva anche capitare che la direttrice di una biblioteca vivesse letteralmente all'interno dell'edificio stesso (succedeva alla Biblioteca Podestà, dove una semplice porta segnava il confine tra luogo si lavoro e abitazione privata – giusto per ricordare la questione delle sfere che si sovrappongono!);
  • in biblioteca si può entrare per cercare un libro e uscire con un altro (facilmente di tutt'altro genere);
  • la biblioteca può offrire una sensazione di protezione, di relazione calorosa (si pensi all'anziano che legge ogni giorno il giornale, ai bambini che "si sudano" le prime ricerche senza limitarsi alle risposte preconfezionate degli strumenti telematici, ma anche ai sempre più numerosi senzatetto che in biblioteca cercano riparo dalle intemperie o distrazione dalla ricorrente solitudine);
  • altro che mestiere nel quale si lavora con comodità! ... può anche capitare, per poter garantire la conservazione di libri antichi e rari, di passare intere giornate in ambienti umidi, freddi e sconosciuti anche a più assidui frequentatori di biblioteche cittadine;
  • c'è chi la biblioteca l'ha "navigata", come oggi si naviga in internet;
  • puoi definire la biblioteca come luogo della felicità, specialmente se usi i suoi spazi per fare laboratori con i bambini (anche perché alcuni studenti universitari forse avrebbero qualcosa da ridire su questa definizione!);
  • c'è chi, invece, in biblioteca ha svolto il suo anno di Servizio Civile Nazionale, dando vita, al termine di esso, ad un'associazione, affichè il lavoro imbastito con tanto divertimento ma anche tanta serietà non andasse disperso (sì sì stiamo parlando di noi!).

Abbiamo infine ribadito che la leva di ogni cosa, in fondo, è la passione, una passione che brucia ancora nel cuore e nelle menti di chi, nonostante il passare degli anni, continua con enorme dedizione a dedicarsi a quello che molti definiscono il più bel mestiere del mondo, un mestiere che chiede tanto se si è disposti a prestare ascolto, ma che sa anche restituire molto. Una passione che parte delle nuove generazioni autenticamente sarebbe disposta ad ereditare se solo le fosse data la possibilità di accedere a questa realtà attraverso un qualche concorso pubblico che da troppi anni non si palesa all'orizzonte. E nell'attesa che qualcuno si risvegli dal profondo sonno della ragione sogniamo... d'altronde guardando il panorama dalle vetrate di della DEA è senz'altro più facile.

 

Siti di riferimento:

Sito dell'Associazione Italiana Bibliotecari

Pagine sul Bibliopride, l'orgoglio dei bibliotecari

Pagina sull'evento di Genova dal sito dell'AIB

Evento Facebook di "Io mi ricordo, la biblioteca..."